Parla la Germania

Descrizione

Parla la Germania – con 21 esponenti di spicco del Partito e dello Stato

Prefazione di Joachim von Ribbentrop

Thule Italia Editrice, aprile 2013

Pagine: 304

ISBN 978-88-976910-8-2

Indice e prefazione: Parla la Germania

Nota dell’editore

Non nutriamo alcun dubbio nel sostenere che il libro Parla la Germania rappresenti un documento di tale importanza che la sua assenza in Italia può solo giustificarsi con la perdurante volontà di celare le fonti. Se tale affermazione potrebbe ai più apparire faziosa, ci vengono in sostegno i toni cui allora si fece ricorso per salutare l’uscita di tale pubblicazione nel Paese verso cui era diretto.

Dean Inge — Evening Standard:

«Affermo che è dovere di quanti sono in ansia per l’attuale situazione europea – e chi di noi non lo è – leggere questo libro attentamente e spassionatamente».

Scrutator — Sunday Times:

«C’è molto in quanto scritto che suscita simpatia e ammirazione».

Sir. Philips Gibs — Truth:

«Copre l’intero ambito della vita tedesca ed è di enorme interesse e importanza. Dovrebbe essere letto da ogni uomo e donna che lavora per evitare la guerra».

Già questi autorevoli commenti basterebbero da soli a giustificare questa prima edizione italiana, se non fosse che non possiamo certamente tacere che nella sua stesura concorsero — come recita il sottotitolo originale — “21 esponenti di spicco del Partito e dello Stato”, tanto da far dire a un recensore d’Oltremanica che: «Il lavoro può essere considerato come il migliore sulla Germania nazionalsocialista da quando fu pubblicato il Mein Kampf di Hitler».

Forse l’Action, giornale della British Union of Fascist, peccò di un eccesso d’enfasi in quel suo giudizio, ma il “dovere” di leggerlo è chiaramente espresso dal quotidiano britannico The Observer. Quest’ultimo, di proprietà dell’allora figlio di John Jacob Astor III — la cui ascendenza ebraica e il ruolo di Maestro nella Holland Lodge No. 8 a N.Y. City ci solleva ulteriormente dall’accusa di cui sopra —, così scriveva nel luglio del 1938: «È un solenne dovere di ogni inglese leggere questo libro … per comprendere la piena portata del “riarmo” fisico e morale della Germania».

Un anno e mezzo dopo, tuttavia, si darà invece risalto al conclamato falso storico Hitler Speaks di Hermann Rauschning che, al contrario di Germany Speaks con solerzia verrà pubblicato in Italia, e che servirà da capostipite di una florida letteratura d’opinione. Ma era scoppiata la guerra nel settembre del 1939 ed era quindi giustificabile — se letto con gli occhi del propagandista — che il 15 dicembre dello stesso anno si sostenesse a proposito di Hitler Speaks: «Revelations in amazing book!».*

Oggi, a settantacinque anni di distanza, la propaganda dovrebbe lasciare il posto ai fatti storici che provano — testimone ne è l’esistenza di questo libro — che molto si tentò per scongiurare un conflitto.

Così, infatti, si esprimeva Adolf Hitler il 23 agosto 1939: «La Germania non ha mai cercato lo scontro con l’Inghilterra e non ha mai interferito negli interessi inglesi, anzi, al contrario, per anni si è sempre sforzata, sfortunatamente invano, di allacciare con essa rapporti di amicizia». E così continuava, sei giorni dopo: «Ribadiamo ancora una volta la volontà del Governo del Reich di raggiungere un reale accordo Anglo-Tedesco basato sulla cooperazione e l’amicizia reciproca».

Fino a giungere ad arrendersi all’evidenza affermando davanti al Reichstag il 1° settembre 1939: «Non una, ma più volte ho assunto personalmente l’iniziativa di formulare proposte per modificare questa intollerabile situazione, ma come sapete sono state tutte rifiutate. Erano proposte di limitazione degli armamenti e, se necessario, perfino di disarmo; proposte per limitare la produzione di armi e per eliminare certi metodi di guerra moderna. Voi conoscete le proposte che ho presentato per sostenere la necessità di ristabilire la sovranità della Germania sui territori tedeschi e, sapete anche dei tentativi senza fine che ho intrapreso per trovare una soluzione pacifica al problema dell’Austria e, più tardi, a quelli dei Sudeti, della Boemia e della Moravia. È stato tutto vano!».

Quindi, prima dell’epilogo, su cui molto si è sventatamente scritto, s’inizi a conoscere il prologo: lo sforzo per raggiungere quella «reciproca comprensione» cui la Germania di Hitler ha teso con ogni sua forza e di cui Parla la Germania è prova provante. La sua lettura permetterà inoltre di avere «un’idea completa di ciò che è stato realizzato» dalla viva voce di chi contribuì a edificare il Nazionalsocialismo.

*  «Rivelazioni in un libro sbalorditivo».

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