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Una pubblicazione inattesa…

Trovare a sorpresa riprodotto sulla Rivista diretta da Mario Scaffidi Abbate un passo di Wilhelm Ziegler tratto dal nostro libro “Europa come comunità nella sua lotta vitale” ci può fare solo piacere visto il personaggio. Che la crepa di cui parlammo all’ultima conferenza si stia pian piano allargando?

Mario Scaffidi Abbate è nato a Brescia nel 1926. Docente di letteratura italiana e accade-mico tiberino, ha collaborato a diversi programmi RAI, in particolare sceneggiati di carattere storico e linguistico di grande successo. Ha ricevuto in Campidoglio il Premio Nazionale Excelsior e il Premio Nazionale Roma Alma Mater e nel 1994 è stato chiamato a far parte del “Comitato Ministeriale per la salvaguardia della lingua italiana”. Ha diretto il periodico Cultura – organo ufficiale dell’Istituto Europeo per le Politiche Culturali e Ambientali, di cui è stato Vicepresidente – e attualmente è direttore responsabile de Il Conciliatore nuovo. Accanto a molte opere originali – fra cui La Virtù, Caos, La scuola di Babele, Il mitico numero 7, Il mondo dello yoga, L’Italia dei Caffè (da cui è stato tratto un breve sceneggiato andato in onda su Rai 1) e il recente Avanti marsch! – ha pubblicato, con la Newton Compton, numerose e apprezzate traduzioni di testi latini e greci. Sue traduzioni sono state utilizzate in collane di altri editori (Bompiani, Rizzoli e Mondolibri).

TESTIMONIANZE

Genesi dell’Europa come comunità

Wilhelm Ziegler

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L’Europa non è il continente più antico perché probabilmente l’Asia ha una storia più antica. Bisogna perfino domandarsi se, dal punto di vista puramente geografico, si possa considerare l’Europa come un vero e proprio continente. Ci sono geografi che a riguardo sono abbastanza scettici, mancando geograficamente una chiara delimitazione del gigantesco blocco del continente asiatico. Tuttavia, non c’è un continente che esteriormente si profili e si percepisca tanto chiaramente come unità quanto quello europeo. Quando si parla di A-sia, di Africa o di America risalta subito in mente l’immagine di culture differenti. Si riconosce, naturalmente, l’unità geografica, ma manca il legame spirituale.

L’Europa, accanto all’Asia, può così essere fatta risalire alla storia più antica e si può forse dire che sia stato lì, in una ridotta area geografica, che si è prodotta la maggior quantità di singole culture e di Stati. Tuttavia, appena l’Europa si presenta come un mondo proprio nella storia dell’umanità, questa, seppur inconsciamente, appare come un’unità legata da una determinata direzione ed evidenziante un ordine concreto.

Il momento storico può essere indicato con sufficiente esattezza. L’impulso si ebbe nel 732, anno della battaglia di Tours e Poitiers in cui il carolingio Carlo Martello riesce a fermare nel cuore della Francia la valanga islamica proveniente dal Nord dell’Africa. Da lì parte direttamente la strada fino alla fondazione dell’impero carolingio di Carlo Magno. La sua incoronazione, nella chiesa di San Pietro a Roma nel Natale dell’anno 800, segna la vera nascita dell’Europa. Perché, per la prima volta nella storia di questo continente, si erge un potere che dal centro abbraccia tutti i popoli e le stirpi alla sua portata, collocandoli sotto un solo dominio e una sola protezione. Le invasioni dei popoli del Nord, ondate furiose e irresistibili, coprirono questo continente. E dal caos dell’invasione germanica sorge allora la prima terra ferma. Diventa percettibile il primo ordine dentro la confusione.

Ma non è un ordine, come si potrebbe pensare, basato sulla violenza e la forza materiale, ma come ogni ordine duraturo si basa piuttosto sull’autorità morale, sulla consapevolezza che quest’ordine non è solo necessario, ma è giusto.

Poiché quest’ordine è sancito tanto moralmente quanto religiosamente, l’Impero germanico del Medioevo si considera un sostegno della cristianità e della cultura europea. Ciò che conta per noi è, tuttavia, che per la prima volta la vera Europa appare come raccolta e coesa politicamente e spiritualmente sotto un potere centrale di ordine. Sebbene il concetto di Europa non fosse stato allora ancora fissato. Al suo posto esisteva il concetto di Occidente in opposizione a quello di Oriente. E nella lotta con l’Oriente si andava consolidando l’Europa in divenire. Certo è che tarda con lo sgretolarsi dell’Impero di Carlo Magno. Nell’anno 934 questo viene ripartito tra i suoi tre nipoti. A Verdun si creano tre regni: quello dell’Ovest, nel quale predominano i futuri francesi, quello dell’Est, con i tedeschi, e il Medio Regno, composto da Lorena, Borgogna e Italia. Con ciò si frantuma il primo tentativo di riunire in un ordine visibile l’Europa che tentava di ridestarsi di là dei confini etnici e geografici. Né il nimbo della corona imperiale era bastato per arginare il declino. E ancora una volta è lo scontro con le forze che irrompono dall’Oriente che fonde i popoli guida dell’Europa. Ancora una volta è la difesa contro un pericolo comune che suscita nelle ore di angoscia suprema la coscienza latente della comunità di destino. E nuovamente può essere datato con precisione il momento storico. Era l’anno 955, l’anno della battaglia dei campi del Lech. Lì, su entrambi i lati del Lech, vicino alla città di Augusta, Ottone il Grande ottenne la memorabile vittoria sulle bande della cavalleria ungherese che, anno dopo anno, minacciava l’ordine nascente ed era penetrata già nel cuore dell’Austria.

In quell’anno inizia la vera storia europea. E dalle esperienze comuni e dai comuni avvenimenti di quell’epoca nasce il grande impero medievale germanico che per la prima volta fa apparire in Europa un ordine comune e fornisce a questo continente la primigenia coscienza della sua unità.

Nel 962 Ottone il Grande è incoronato imperatore a Roma e raccoglie la tradizione di Carlo Magno. Da allora ogni monarca tedesco è incoronato imperatore a Roma. L’Europa inizia il suo splendore spirituale, culturale ed economico. E’ il periodo in cui s’innalzano le grandi cattedrali, in cui si costruiscono i grandi castelli, in cui aumenta il benessere nelle città e nelle campagne e in cui si stimola la grande colonizzazione a Est dell’Europa.

Con la caduta del famoso Sacro Romano Impero della Nazione Germanica decade anche l’ordine europeo. Da questo momento l’Europa affonda nelle lotte per la sopraffazione e, poi, nelle guerre di religione. Gli imperatori tedeschi sono solo gli amministratori del loro potere domestico. Nuovi Stati emergono in Europa. La Francia crea un solido potere centrale con una robusta amministrazione pubblica. La Spagna realizza la sua unità. L’Italia, invece, si sgretola in un grappolo di repubbliche e principati. La Riforma distrugge l’unità religiosa e inizia l’epoca delle guerre di religione: l’Europa si divide sul campo confessionale. Ormai nessuna potenza è così forte da poter dominare l’Europa e garantirsi una partecipazione nei nuovi spazi che si aprono nel mondo. Tale privilegio è esercitato solo dall’Inghilterra. Fino a quando, nel 1807, Napoleone possiede praticamente tutta l’Europa. Egli, però, si rende conto che qualsiasi unificazione dell’Europa sarebbe un castello di carta fin quando l’Inghilterra non si fosse ritirata sulla propria isola. Ma nonostante questa esatta intuizione, Napoleone alla fine fallì…

Oggi i compiti derivanti dal nuovo ordine dell’Europa, non solo in politica, sono così enormi che solo attraverso la collaborazione di tutti i popoli potranno essere affrontati. Questi compiti sono, tuttavia, allo stesso tempo, tanto grandi che richiedono che un chiaro potere guida sorga dal centro stesso dell’Europa. Se i popoli europei imparano dalla storia che devono respingere ogni ingerenza esterna per stabilire l’ordine e la pace in Europa, allora si può dire che si è stabilito con certezza uno dei fondamenti decisivi per il nuovo ordine in Europa.