Descrizione
J. P. Goebbels DIARIO 1943
Editrice Thule Italia, aprile 2014
“I Monografici”
Pagine: 248
lingua: italiano
Il prossimo volume dei Diari riguarderà il 1944.
«Tutti i tedeschi nutrono seri dubbi sulla fedeltà degli italiani alla loro alleanza. Il popolo ha un ottimo fiuto. Sebbene i sospetti non siano basati su prove di fatto, tuttavia esistono».
Domenica 7 marzo 1943
«Il Führer è molto adirato contro gli italiani, che non fanno niente. Non sono di alcuna utilità né sul fronte orientale, né in Africa, né nella guerra sottomarina, e non sanno neanche difendersi dagli attacchi aerei a casa loro. Il Führer ha ragione di chiedersi perché mai siano entrati in guerra!».
Martedì 9 marzo 1943
«La nostra impresa nell’Africa settentrionale ci è costata cara in materiali e in uomini. Tirando le somme, i colpevoli sono gli italiani. Avrebbero dovuto per lo meno prepararsi abbastanza per difendere i loro possedimenti d’oltremare. Il peggio è che non sono nemmeno in grado di proteggere il territorio nazionale. I nostri alleati sono certamente i peggiori del mondo!».
Domenica 11 aprile 1943
«Appena arrivato a casa, sono stato chiamato al telefono dal Gran Quartier Generale del Führer. Le notizie che giungono da là sono assolutamente inverosimili. Pare che il Duce si sia dimesso e che Badoglio abbia assunto il potere in Italia, al suo posto. Tutta la situazione, a quanto mi è stato comunicato, è tuttora oscura; le notizie di cui disponiamo sono giunte per radio, diramate dalla Reuter. Al Gran Quartier Generale nessuno riesce a capire che cosa sia accaduto in realtà. Il Führer vuole che io mi rechi immediatamente al Gran Quartier Generale. Desidera esaminare la situazione con i suoi più stretti collaboratori».
Lunedì 26 luglio 1943
«Secondo le notizie pervenute a mezzogiorno, la plebaglia ha cominciato ad agitarsi. È comprensibile, e ce lo aspettavamo. Gli emblemi del fascismo vengono tolti dovunque. Una via Mussolini è stata ribattezzata via Matteotti. La folla ha invaso le vie di Roma acclamando il re e Badoglio, e chiedendo a gran voce la pace».
Martedì 27 luglio 1943