Intervista con lo scrittore Miguel Serrano
di Gonzalo López Pardo
[ Pubblicato nel diario "La Hora de la Tarde",
Mercoledì 6 Agosto del 2003 - Traduzione a cura di Alchemica® ]
Le montagne erano arancioni. Una volta ho sentito che lo smog
fa tingere al sole le Ande di quel colore. Miguel Serrano che stava appoggiato
su una sedia a dondolo, unisce le punta delle dita e dice "nessuno ascolta più i
giganti. Sono rinchiusi nelle montagne. Un tempo gli araucani (o i mapuches,
come voi preferite) conversavano con loro. Ora quasi nessuno è a conoscenza
della loro esistenza". Non vedo i giganti ma rimango a mirare la bellezza dell'
orizzonte.
Domando a Serrano a cosa si riferisca, e lo scrittore aggiunge
"i giganti sono lo spirito del paese, l' anima delle montagne".
L'
appartamento di Miguel Serrano assomiglia a un museo. Ricorda le case in cui
Neruda visse tra il litorale e il colle San Cristóbal, però è pieno di simboli
nazisti. Immagini di Hitler e svastiche dovunque.
Sui tavoli del
soggiorno vi sono libri stampati dalle SS. E' un luogo che sorprende,
intimidisce. Le storie narrate all' indomani della Seconda Guerra Mondiale
pesano troppo in qualsiasi subcosciente. Dopo qualche perplessità ricordai che
mi trovavo lì per conversare con il mistico scrittore, con l' intellettuale che
formò il Circolo Ermetico insieme a Herman Hesse e Carl Jung, con l' amico del
Dalai Lama, Indira Gandhi e Jawaharlal Nehru (il Primo Ministro dell' India
indipendente e l' architetto della sua politica estera), con l' unico uomo che
continua a cercare la Città dei Cesari e che assicura che l' Antartide è
Atlantide.
Il Sud
Miguel Serrano è conosciuto pubblicamente per tre assunti: la
sua adesione al nazismo, la sua fascinazione per le scienza occulte ( di fatto
assicura che Adolf Hitler era un "illuminato" ) e perchè assicura che il sud del
Cile è la migliore terra del mondo. Nato a Santiago nel 1917. Oltre che
scrittore prolifico ( ha pubblicato più di 50 libri ), fu ambasciatore in India,
Yugoslavia e Austria per quasi 20 anni. Durante i suoi viaggi cercò le acque
temperate nell' Antartide, i popoli incantati di Shamballah e Agartha sull'
Himalaya, e a tutt' oggi investiga la Città dei Cesari nel nostro
paese.
Il nostro uomo è preoccupato: "Il sud del Cile viene venduto pezzo
per pezzo agli stranieri, quando dovrebbe essere colonizzato dai cileni. Come se
non fosse una cosa seria. Stiamo svendendo la terra, centinaia di migliaia di
ettari, a stranieri al prezzo delle uova. In più gli argentini ci hanno diviso,
separato. Se uno desidera raggiungere Punta Arenas è costretto a passare per un
territorio straniero. Questa è una minaccia molto grave e pressante, perchè ci
stanno escludendo dal luogo più importante del mondo: il 40° parallelo, secondo
studi scientifici, è il sito terrestre che si salverebbe nel caso di qualche
catastrofe planetaria. E non solo quello. La mancanza d' acqua sul pianeta
potrebbe essere minimizzata grazie alle nostre risorse in quelle regioni. Noi
cileni abbiamo continuato a regalare i nostri terreni: regaliamo la Patagonia,
poi la Laguna del Deserto, Campo de Hielo Sur potremmo perderlo da un momento
all' altro", commenta l' ottuagenario, che parla pacato (e "pensieroso") anche
se si sta riferendo all' Apocalisse.
Melimoyu
Durante il governo militare di Augusto Pinochet, Serrano
acquistò qualche ettaro nella regione Aysén. Il settore si chiama Melimoyu. "Lì,
nei miei terreni, vi è una caverna enorme: è la porta d' entrata alla Città dei
Cesari. Mi sbagliai quando andai a cercarla nell' Antartide. E' qui in Cile, nel
Melimoyu", dice lo scrittore. "Sto pianificando affinchè il Melimoyu si
trasformi in un luogo dove i giovani possano tornare a comunicare con la Terra.
Spero che si formi una colonia che si attenga nuovamente ai principi della
natura, lontani dal denaro e dalle carte di credito". Senza smettere di
osservare le montagne e i loro giganti all' interno Miguel Serrano riflette: "Io
vedo la fine molto vicina. Il Cile sta morendo e l' unico modo che abbiamo di
uscirne fuori è abbracciare un' ideale". Questo controverso intellettuale e
poeta si autodefinisce come un attivo "difensore del nostro paese". Ha dedicato
gran parte delle sue energie in questi ultimi anni alla battaglia per la
sovranità cilena, dopo le dispute per i confini con l' Argentina. Fra le sue
prodezze patriottiche vi è l' aver conseguito -in due occasioni, quando era
diplomatico- il ritiro della proposta dell' India per internazionalizzare l'
Antartide, permettendo in quel modo la sovranità eventuale che ostenta il Cile
sul continente ghiacciato e la protezione dei suoi diritti nel Trattato
Antartico.
"L' Antartide è l' Atlantide ghiacciata. Lì m' imbattei nelle oasi
di acqua temperata. Nessuno sa perchè si possano trovare oasi di ghiaccio con
acque miti di origine vulcanica, però sono lì. Sotto la Terra poi si trovano
diecimila chilometri di acque, di laghi. L' Antartide è un mistero e il Cile
possiede dei diritti lì. Il Cile è la continuazione geografica di quel
continente. Inoltre ha diritti dai tempi della Colonia. Lì vi è il futuro.
Quello che accade è che noi cileni ora siamo rincretiniti da questa fesseria del
pluralismo e del mondialismo, e si è obnubilato tutto ciò che è importante per
il paese. La ragione di questa dimenticanza è che la mentalità del cileno è
molto particolare. A dispetto di amare così tanto la sua terra non se ne prende
cura.
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