Il regno di Granada fu
l'ultimo degli stati islamici a soccombere, e cadde nel 1492, dopo secoli di
gloria. Fondata dagli Arabi sui resti della romana Elvira, Granada acquisto'
importanza nell'XI secolo, con la formazione di un regno da parte dello ziride
Zawi. Il regno, che godeva di una buona posizione tra il Maghreb e gli Stati
cristiani, raggiunse una grande prosperita' economica che s'accompagno' ad una
vivace vita culturale ed artistica, e che la resero seconda, nello scenario
europeo, soltanto a Cordova.
Ferdinando il Cattolico ed Isabella di Castiglia riuscirono a conquistare la
citta' solo dopo 8 anni di lotte e 3 di assedio.
Granada conserva tracce notevolissime del lungo e fiorente periodo della
dominazione araba, rappresentate dalla perla dell'architettura ispano-moresca,
l'Alhambra, la fortezza dell'Alcazaba, il Generalife, residenza di campagna
degli emiri.
Il complesso monumentale dell'Alhambra
(dall'arabo Al-Hamra, che significa: "la Fortezza Rossa"), situato nella
provincia di Granada in Spagna, è considerato uno dei monumenti più straordinari
ed una delle testimonianze meglio conservate dell'arte dei giardini islamici. La
complessa struttura di questa reggia fortificata, la cui prima fondazione risale
al XIII secolo d.C., è impostata sull'armoniosa alternanza di spazi edificati e
di vani vuoti, questi ultimi rappresentati dalle ben note corti interne,
disegnate nel rispetto dei rigidi canoni che informano l'arte del giardino
islamica. All'interno dei quattro principali patii-giardino, costituiti da: il
Patio dei Mirti, il Patio dei Leoni, il Patio de la Daxara ed il Patio de la
Reja, l'acqua costituisce l'elemento imperativo e dominante, determinandone la
struttura ed il disegno e sostanziandone la complessa simbologia carica di
significati. Le nette e semplici geometrie delle superfici, sono bilanciate da
un ricco apparato decorativo. L'elegante fisionomia delle diverse porzioni della
fortezza islamica, si rispecchia, a volte, nei placidi bacini rettangolari
ricolmi d'acqua immobile, altrove si rifrange nei vivaci getti e spruzzi delle
numerose fontane.
L’Alcazaba
La Puerta de la Justicia costituisce il maestoso ingresso all’Alhambra e
immediatamente lascia presagire la meraviglia custodita da questo patrimonio
dell’umanità, visitato annualmente da oltre due milioni di turisti. Una seconda
porta, quella del Vino, dischiude lo sguardo verso la zona militare, l’Alcazaba.
Qui si susseguono una serie di torri: la Torre dell’Omaggio, quella della Vela,
la Torre Spezzata, la Torre della Sultana, la Torre della polvere da sparo,
infine la Torre delle Armi, collegate tra loro da una poderosa cinta muraria, un
tempo separata dalla Medina (la città) da un ampio burrone, colmato in epoca
cristiana. Il complesso militare, prospiciente alla Torre della Vela, presenta
il cosiddetto Baluardo, sorta di terrapieno fortificato, costruito dai principi
Nasridi al fine di piazzare adeguatamente i pezzi d’artiglieria.
I Palazzi Nasridi
La Casa Reale Antica, come venne definita all’epoca dell’imperatore Carlo V,
comprende i nuclei più importanti e affascinanti dell’Alhambra: i palazzi Mexuar,
Comares e Patio de los Leones.
L’ingresso a questo complesso avviene dal Mexuar. Da qui in avanti, ad ogni
passo, uno scorcio rapisce lo sguardo, il naso è sempre all’insù per ammirare
soffitti, capitelli, decorazioni, archi… in un crescendo continuo di emozioni.
La Sala del Mexuar, probabilmente la parte più antica dell’alcazar reale, era la
sede del Tribunale Reale che si riuniva nel riquadro formato da quattro colonne
ornate da capitelli policromi. Bellissimo lo zoccolo di piastrellatura moresca
in cui si alternano i blasoni della dinastia Nasride, quelli del Cardinale
Mendoza e il simbolo imperiale dell’aquila bicefala. In fondo alla sala si apre
l’Oratorio del Mexuar con l’immancabile nicchia decorata, il Mihrab, che indica
la direzione della Mecca. Il Patio del Mexuar, con la sua fontana in marmo
bianco, immette poi nella Stanza Dorata, area in cui i visitatori attendevano
prima di entrare a palazzo. Il soffitto, decorato con motivi gotici, è opera dei
Re cattolici. Oltre la Stanza Dorata si apre il Cortile di Machuca, che prende
il nome dall’architetto che progettò il palazzo di Carlo V.
Dopo una larga gradinata con tre scalini in marmo bianco si eleva la Fachada de
Comares, sovrastata da una raffinata gronda in legno, dalla cui porta di
sinistra si raggiunge il Patio de los Arrayeanes, nell’area Comares. Il Cortile
dei mirti (arrayan) costituiva il centro dell’attività politica e diplomatica.
La sua vista lascia letteralmente senza fiato: la mole della Torre di Comares si
riflette nell’immensa piscina, che pare magicamente sostenere le colonne sospese
sull’acqua. Voluta da Muhammad V, la Galleria sud, con i suoi capitelli
mocarabes alternati a capitelli cubici e a decorazioni in gesso e legno del
portico a tre piani, chiude questo cortile di estasiante semplicità. Analoga per
struttura e bellezza è poi la Galleria nord da cui si raggiunge la Sala della
Barca. Questa introduce al Salone del trono dove esplode la magnificenza della
corte tra vetrate policrome, mosaici, zoccoli dai colori vivaci e un soffitto
composto da 8.017 pezzi con rilievi sovrapposti di legno di cedro, affascinate
rappresentazione dell’escatologia islamica in cui la terra è sormontata da sette
cieli concentrici sovrapposti. La nicchia centrale del lato nord costituiva il
trono.
Il Patio dei Leoni era, invece, la casa privata del Sultano e conteneva l’area
riservata alle donne. Dal Patio degli Arrayanes si giunge a una selva di colonne
dorate, i cui archi traforati sono sormontati, senza posa, dal motto nasride:
“Allah è vincitore”. Al centro troneggia la Fontana dei Leoni composta da dodici
leoni in marmo che reggono una vasca dodecagonale. Attigua è la Sala degli
Abencerrajes, che prende il nome da un famiglia di notabili, secondo una
leggenda trucidati in questa stessa sala. Il magnifico tetto di mocarabes forma
una stella a otto punte. Il vicino Patio dell’Harem, purtroppo, presenta un
precario stadio di conservazione, mentre è ammirabile in tutto il suo splendore
la spettacolare Sala dei Re, che occupa l’intero lato est del Patio dei Leoni.
Divisa in cinque spazi, è un susseguirsi di luci e ombre intervallate da grandi
archi in gesso riccamente decorati. La più antica delle sale che circondano il
Patio de los Leones è la Sala de las Dos Hermanas, che prende il nome dalle due
grandi lastre di marmo poste al suo centro. Da qui si accede alla Loggia di
Lindaraja che si affaccia, con un’elegante bifora, sull’omonimo giardino.
Una menzione a parte meritano poi i Bagni posti tra il palazzo di Comares e il
Patio dei Leones. Queste aree svolgevano una funzione collegata direttamente
alla politica e alla diplomazia: erano un luogo estremamente piacevole dove
svolgere pubbliche relazioni ai più elevati livelli. Inutile infine rammentare
come l’acqua e le abluzioni rituali rivestano, per la religione islamica,
un’importanza particolare. All’esterno dei Palazzi si estende poi il Partal, il
portico con piscina che introduce ai lussureggianti giardini che accompagnano la
passeggiata fino al Generalife.
Generalife
Il Generalife è una specie di “eremo”, un luogo in cui il sovrano poteva
appartarsi, riposare a contatto con la natura eppure, data la vicinanza con il
palazzo, essere sempre presente per intervenire in caso di necessità. L’ingresso
ai Giardini del Generalife, ricchi di fontane e giochi d’acqua, è guidato dal
Viale dei Cipressi, conifera amata dagli arabi che si alterna, in questa
esaltazione della natura, a mirto, bossi, roseti, viti, oleandri, aranci,
nespoli, magnolie, arbusti, per un totale di oltre 160 specie. Patii e logge si
alternano in un’oasi di pace e tranquillità.
Palazzo di Carlo V
Monumento simbolo di quello che si può definire “l’Alhambra cristiano” è senza
dubbio il Palazzo di Carlo V. Di chiara ispirazione rinascimentale italiana,
presenta una pianta particolare: un patio circolare, di 42 metri di diametro,
inscritto in un imponente quadrato. Il palazzo ospita il Museo dell’Alhambra.
Spagna musulmana
La storia della Spagna musulmana è un capitolo lungo e affascinante che,
attraverso molteplici aspetti: militari, economici e culturali, ha coinvolto la
penisola iberica dall’inizio del VIII secolo fino al termine del secolo XV. La
campagna militare araba è rapida ed efficace, in soli tre anni gli eserciti
dell’islam sottomettono la quasi totalità della penisola. La Spagna diviene così
parte integrante di un impero di proporzioni colossali, esteso dalla Persia
all’Africa settentrionale, sino all’Europa occidentale, la cui penetrazione nel
continente europeo viene limitata dalla leggendaria battaglia di Poitiers vinta
da Carlo Martello e ricordata, non senza una buona dose di ironia, da una
splendida ballata di Fabrizio De Andrè.
L’anno 756 segna l’inizio dell’emirato indipendente di al-Andalus, dotato di una
propria struttura giuridica e di un esercito permanente, un regno espressione di
una società estremamente complessa. All’elemento arabo dominante si uniscono,
infatti, guerrieri nordafricani, mozarabes (cristiani sottomessi), muladies
(convertiti all’islam), schiavi ed ebrei. Una confluenza di culture, idee,
religioni che produce un’autentica esplosione d’arte, di letteratura e di musica
(sembra risalire a questo periodo la nascita del flamenco), che chiunque
trascorra anche pochi giorni in Andalusia, ritrova all’interno di atmosfere
magiche da “mille e una notte”.
L’ultimo baluardo arabo in terra spagnola si spegne, in una data davvero
simbolica, con la conquista da parte dei re cattolici di Granada, E’ il 1492, la
Spagna si avvia a vivere il più glorioso periodo della sua storia.
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Il palazzo
di Carlo V è una delle costruzioni più moderne della Alhambra e risale
probabilmente al XV secolo, in epoca cristiana-rinascimentale. La funzione
di questo palazzo, oltretutto rimasto incompiuto e restaurato soltanto lo
scorso secolo, resta poco chiara. Si tratta di un edificio di forma
quadrata, con un patio circolare scoperto (senza tetto) inscritto al suo
interno. Quest'ultimo, come visibile dalla foto a destra, è dotato di un
bel porticato e di porte che consentono di accedere ai vari locali,
attualmente utilizzati per ospitare un museo dedicato alla Alhambra. |
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Inizia da ora
la visita ai Palazzi Nasridi, che
avevano la funzione di dimora dei sultani. La prima stanza è chiamata
Mexuar ed eveva la funzione di sala di attesa. |
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Infondo alla sala di attesa
c'è una piccola sala dedicata alla preghiera. |
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Il patio e la facciata del
Palazzo di Comares separava la parte pubblica da quella privata, la
porta di destra conduceva agli alloggi mentre quella di sinistra conduceva
all'interno. |
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Un gioco di archi e di decorazioni
visibile dalla parte opposta del patio sopra menzionato. Lo sfarzo
decorativo sulla facciata è considerato uno dei più belli e complessi di
tutta la Alhambra. |
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la facciata sud del Palazzo di Comares
si riflette nella piscina del patio di Los Arrayanes sottostante (a sx). I
riflessi nell'acqua e le fontane sono un'altro elemento chiave
dell'architettura della Alhambra e ne costituiscono una parte
importantissima. |
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un particolare delle decorazioni in
gesso, che ricoprono le facciate di gran parte dei palazzi (tali
decorazioni erano probabilmente colorate in origine). |
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Giochi di archi e di forme, che lasciano
intravedere vari particolari degli elementi posti dietro, a seconda del
punto di osservazione. |
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La visita prosegue verso il patio dei
leoni. Si tratta di una grande piazza, con una fontana di marmo posta
al centro e raffigurante dei leoni posti a raggiera attorno alla fontana
stessa. Dal patio si accede, attraverso il portico perimetrale, a due
tempietti posti in allineamento est-ovest con la fontana stessa, la quale
costituisce il centro perfetto di tale sistema. |
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Una cupola
presente nelle camere laterali del patio dei leoni ed una finestra che
guarda verso il patio di Lindaraja. Anche in questi elementi, lo
sfarzo decorativo rappresenta una delle opere più complesse e più
elaborate di tutta la Alhambra. |
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patio di Lindaraja |
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finestra di sopra vista dal
patio |
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Usciti dal
patio di Lindaraja, si accede al palazzo del Partal ed ai suoi
giardini. Si tratta di uno dei palazzi più antichi della Alhambra, del
quale ne rimangono soltanto pochi resti. I giardini circostanti sono stati
allestiti nel XX secolo, a fare da contorno ai resti archeologici ancora
rimasti. |
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Usciti dai
giardini del Partal, la visita prosegue lungo le mura perimetrali e quindi
al Generalife, l'area cortigiana dedicata alla produzione agricola.
In basso, una torre e le mura con la parte antica di Granada |
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la Alcazaba
ed i Palazzi Nasridi visti all'area perimetrale di Generalife. |
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Per chiudere tre scatti... |
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