Ianvuarivs
di Hirpus
Nel segno di PATER IANVS si apre l’Anno-Mondo di dodici mesi codificato da Rex Numa su base orizzontale-solare, in apparente contraddizione –in realtà in harmonia perfetta- con l’Anno Sacro (su base verticale-polare) che si apre alle Calende di Marzo.
La porta (ianua) è dotata di due facce : « di esse, / una guarda la gente, l’altra gli dei Lari » (Ov., Fasti I,136-7); questa volta all’interno della casa, quella all’esterno. In quest’ottica, Ianus Bifrons, che l’iconografia tradizionale rende come clavigero, espleta la funzione di « portinaio della reggia celeste » (Ov., cit., I,139) chiudendo un ciclo (Clusius) ed aprendone un altro (Patulcius).
E come Patulcio, ‘colui che apre’, si mostra il Dio alle Kalendae del mese di Ianuarius, che da Lui trae il nome ed a Lui è dedicato. In questa data si propizia il Dio nell’aspetto di Ianus Consiuius mediante l’offerta dello IANVAL (focaccia di farro e miele) e lo scambio di strenae e dolci augurali; l’atmosfera è lieta, l’uomo veste il più possibile di bianco e rifugge liti e pensieri negativi. Analogamente, le Kalendae vedono la propiziazione di Aesculapius, “Dio della Medicina Operante” (Kal.Victrix MMDCCLIX a.V.c.), come a voler invocare il principio stesso della Salus publica et privata all’incipit del nuovo Anno; in esse cade l’anniversario della dedica del Tempio a Vediove in Insula Tiberina e sono, come le Calende di ogni mese, poste anche sotto l’egida di Iuno Regina.
Il 3 ed il 4 (III Nonas – Pridie Nonas) vedono la celebrazione dei COMPITALIA, con la relativa offerta ai Lari Viali e Compitali (che presiedono ai luoghi frequentati ed attraversati dall’uomo) ed invocazione del Genius Loci; la festività culmina nell’offerta resa a Vica Pota alle Nonae, naturaliter sacre anche a Iuno Couella.
Il 9 (V Idus) si celebrano gli AGONALIA, col sacrificio pubblico del Capro Nero da parte del Rex Sacrorum, sacerdote di Ianus. È il sacrificio della Potenza non manifesta, con la quale il Principio (Ianus) entra nella storia, iniziando il proprio svolgimento lungo tutto l’arco dell’Anno: funzione del Sacrificio, e del Rito in genere, è esattamente il riallacciarsi all’Attimo primordiale, interrompendo il flusso del Tempo per inaugurare un nuovo ciclo. Si potrebbe quasi vedere negli otto giorni antecedenti agli Agonalia un ‘periodo di incubazione’, culminante nel nono giorno con il sacrificio del Capro Nero ed il consequenziale ingresso del Principio nel Ciclo di dodici mesi.
Ingresso che avviene, simbolicamente, a mezzo della Parola: l’11 gennaio (III Idus) infatti il Kalendarium contempla le KARMENTALIA, festività in onore di Carmenta, “figlia di IANVS e Vibrazione-Voce Primigenia, Signora della Parola Creativa (KARMEN) che dà sviluppo all’Intelligenza del PATER PRIMVS” (Kal.Victrix, cit.). In quanto Signora del Verbo, modulazione prima del FAS nel suo svolgersi sul piano orizzontale della storia e della vita, Carmenta è strettamente legata al dominio magico, il Carmen essendo propriamente l’incantamento, la formula magica, la profezia. Ovidio evidenzia magnificamente questo aspetto di Carmenta, la quale giungendo in compagnia del figlio, l’Arcade Evandro (nato dall’amore con Hermes-Mercurius), nel luogo ove sorgerà Roma, colta da sacro Furor così profetizza: “Montibus his olim totus promittitur orbis - Con il tempo a questi colli è promesso il mondo intero”...
Sul piano del Mito, il Verbo si svolge nella figura delle Camenae, modulazioni della Parola divina su scala di tre, sette, nove: Ninfe specificamente preposte al dominio delle acque (si tenga a mente il particolare legame di Ianus con le bocche dei fiumi e le sorgenti in genere) ergo venerate presso le fonti, esse sono non a caso dotate del dono della Profezia. Una Camena era d’altronde anche Egeria, consigliera e paredra di Rex Numa.
Nel medesimo giorno cadono anche le IVTVRNALIA, dedicate al culto della Ninfa Iuturna cui è sacra una delle due fonti da cui le Vestali avevano potestà di attingere l’acqua, il lacus Iuturnae: torna dunque il legame con le Fonti, con il dominio delle Acque.
Le Karmentalia si concludono poi il 15 (XVIII Kalendas), giorno in cui le Matronae invocano anche Porrima e Postverta onde propiziare la corretta posizione del feto all’atto del parto.
Quasi a fungere da “spartiacque” tra le due giornate dedicate al culto di Carmenta, le Idi (corrispondenti, nel Calendario romuleo a base lunare, alla fase di Luna piena) sono sacre a IVPITER STATOR, fondamento primo del Mundus e detentore del Ius, della Legge su cui il Mundus stesso si regge: se Carmenta, figlia di Giano, incarna sotto un certo aspetto il Fas (da fari, parlare), Iuppiter incarna il Ius ad esso naturalmente complementare, è “manifestazione della Volontà Primigenia” di Pater Ianus (Kal.Victrix, cit.). In questo giorno il Flamen Dialis sacrificava a Giove in Campidoglio le viscere di un agnello castrato; sempre in questa data, il Senato decretava l’affissione di una corona di Quercia sulla casa del Princeps Augustus, pacificatore del mondo e realizzatore della Concordia, di cui il 16 (XVII Kalendas) ricorre l’anniversario della dedica dell’aedes nei Fori.
I giorni che vanno dal 17 al 22 (XVI Kalendas – XI Kalendas) contemplano lo svolgimento dei LVDI CAPITOLINI, mentre nel “triduo” dal 24 al 26 (IX-VII Kalendas) si compiono le FERIAE SEMENTIVAE, che sembrano rievocare nel simbolismo legato al mondo agricolo la medesima idea espressa dal sacrificio del Capro Nero: il passaggio dal non-manifesto al manifestato per mezzo della germinazione dei semi, la quale “indica l’attivazione dell’Idea-Verbo nelle Forme” (Kal.Victrix, cit.). Idem per i PAGANALIA del 28-29 (V-IV Kalendas). In quest’ottica, si procede alla lustrazione dei vici e dei pagi e si propiziano le Divinità ctonie per eccellenza, Ceres e Tellus, simboleggianti il Grembo entro il quale prende forma la Manifestazione.
Chiude il ciclo del mese l’anniversario della dedica dell’ARA PACIS AVGVSTAE, avvenuta il 30 gennaio 9 a.C. (III Kalendas Februarias DCCXLIV a.V.c.), fissazione fisica della Pax in Campo Marzio ed espressione del perfetto stato primordiale analogo ai Saturnia Regna.
“Tura, sacerdotes, pacalibus addite flammis
Albaque per fusa uictima fronte cadat.
Vtque domus quae praestat eam cum pace perennet
Ad pia propensos uota rogate deos!”
“E voi, sacerdoti, aggiungete incenso ai fuochi della Pace,
e cada una bianca vittima con la fronte aspersa di vino;
pregate gli dei accessibili alle devote preghiere che duri
perenne con la pace la casa che ce la dona!”
- P. Ouidius Naso, Fasti, I, 719-722.
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